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EMBOLIZZAZIONE DEI FIBROMI UTERINI3 min read

Mar 11, 2024 3 min

EMBOLIZZAZIONE DEI FIBROMI UTERINI3 min read

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L’embolizzazione dell’arteria uterina per il trattamento dei fibromi uterini sintomatici è una
procedura minimamente invasiva descritta per la prima volta nel 1994, eseguita poi sempre più
spesso in molti paesi occidentali. Il metodo è caratterizzato da un’elevata percentuale di successo
tecnico pari a circa l’85%, in grado di dare un sollievo significativo nelle donne e contraddistinto da
un basso tasso di complicanze. I fibromi uterini, tipo di tumore benigno più comune tra le donne in
età riproduttiva, sono associati a sanguinamento mestruale abbondante, disturbi addominali,
subfertilità ed una ridotta qualità della vita. Non tutte le donne sono disposte a sottoporsi ad
interventi chirurgici di asportazione dell’utero, le attuali linee guida sulla gestione clinica dell’ACOG
supportano la tecnica dell’embolizzazione uterina che si configura quindi come una risposta per
quelle donne che desiderano preservare il proprio utero o che non hanno avuto beneficio dalle
cure mediche.
Come per qualsiasi procedura, l’attenta selezione del paziente è fondamentale. Le candidate ideali
per l’embolizzazione dell’arteria uterina includono pazienti con fibromi sintomatici che desiderano
conservare l’utero e/o evitare l’intervento chirurgico. I sintomi dei fibromi uterini possono includere
menorragia e/o metrorragia; sintomi da massa pelvica che si manifestano come dolore pelvico,
senso di peso o gonfiore, dispareunia, forti crampi o disturbi urinari. Le controindicazioni assolute
includono la gravidanza, endometrite attiva non trattata e il sospetto tumore maligno, a meno che
non siano trattati a scopo palliativo o in aggiunta alla chirurgia, fibroma inferiore a 1 cm o fibroma
con morfologia peduncolata, fibroma localizzato nella cervice. L’allergia al mezzo di contrasto, la
coagulopatia, il desiderio di futura fertilità e l’insufficienza renale sono controindicazioni relative.
Dovrebbe essere effettuata una consulenza adeguata per i potenziali rischi associati alla tecnica,
tra cui sanguinamento, infezione, danno renale dovuto alla somministrazione di contrasto
intravascolare, impatto sulla fertilità e possibilità di richiedere un intervento chirurgico.
La tecnica consiste nell’iniezione di piccole particelle, come sfere di gelatina tris-acrilica (TAG),
alcol polivinilico non sferico (PVA) e PVA sferico, nelle arterie uterine dopo cateterismo selettivo,
l’ingresso nel sistema arterioso viene solitamente ottenuto tramite accesso unilaterale o bilaterale
all’arteria femorale comune. Per la procedura viene generalmente utilizzata una anestesia in
sedazione.
I risultati attesi dopo l’embolizzazione dell’arteria uterina sono ottimi, le linee guida SIR indicano
che circa il 90% delle donne dovrebbe sperimentare una riduzione dei sintomi generali e che più
del 90% dovrebbe aspettarsi l’eliminazione del sanguinamento uterino anomalo, una riduzione del
50-60% delle dimensioni dei fibromi ed una riduzione del 40-50% delle dimensioni uterine. Per le
donne con caratteristiche ideali di selezione della procedura, è possibile ottenere un elevato tasso
di controllo dei sintomi, un tasso di soddisfazione ed un aumento del tasso di qualità della vita fino
a 10 anni dopo la procedura. Le cause di fallimento includono la scarsa selezione delle pazienti,
fibromi di grandi dimensioni, impossibilità di cateterizzare le arterie uterine o l’embolizzazione
incompleta dell’arteria, spasmo arterioso che porta ad uno scarso flusso dell’arteria embolica,
varianti anatomiche dell’utero o la ricanalizzazione delle arterie embolizzate.
Sono state segnalate sporadicamente gravidanze sane a seguito dell’embolizzazione dell’arteria
uterina, ma il tasso di fertilità effettivo dopo la procedura rimane incerto. Al contrario, il basso peso
alla nascita, l’aborto spontaneo e la prematurità sono stati associati alla tecnica. Nonostante i rischi
intrinseci di possibili problemi di fertilità, la procedura rimane un’opzione per le donne con fibromi
clinicamente sintomatici che desiderano una gravidanza. Tuttavia, sono necessarie ulteriori
ricerche sui tassi di concepimento e sui rischi ostetrici di infertilità.
Riferimenti
Jonathan J Keung, Uterine artery embolization: A review of current concepts. Best Pract Res Clin
Obstet Gynaecol. 2018 Jan:46:66-73. doi: 10.1016/j.bpobgyn.2017.09.003. Epub 2017 Sep 29
Michael Young, et al. Uterine Fibroid Embolization. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2024
Jan. 2023 Jul 3.
Parker E Ludwig, et al. Pregnancy success and outcomes after uterine fibroid embolization: updated
review of published literature.
Br J Radiol. 2020 Jan;93(1105):20190551. doi: 10.1259/bjr.20190551.
Epub 2019 Oct 8.