L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA DIAGNOSI DELLA CISTI OVARICA5 min read
Reading Time: 4 minutesLe cisti ovariche rappresentano un problema ginecologico comune, si tratta di lesioni dal contenuto liquido che si sviluppano all’interno o sull’ovaio. Sono comuni e possono verificarsi a qualsiasi età. Le cause più comuni di cisti ovariche in età fertile sono da ricondurre all’ovulazione, infatti nella maggior parte dei casi si tratta di cisti ovariche funzionali, ovvero cisti follicolari o cisti da corpo luteo. La maggior parte delle cisti funzionali ha dimensioni < 1,5 cm di diametro; poche di esse superano i 5 cm ma possono arrivare anche a 10 cm. Le cisti funzionali generalmente si risolvono spontaneamente nel giro di giorni o settimane, senza alcun trattamento se non un monitoraggio ecografico evolutivo. Le cisti ovariche possono anche rappresentare tumori ovarici benigni, differenziandosi dai tumori maligni che solitamente si presentano come solidi o a componente mista, definiti masse annessili. I tumori ovarici benigni usualmente presentano una crescita lenta e raramente vanno incontro a trasformazione maligna. Tra i tumori ovarici benigni si annoverano i teratomi, cisti dermoidi abbastanza comuni tra i 20 e 40 anni di età che possono contenere al loro interno denti, capelli o grasso, i fibromi, l’idrosalpinge o i cistoadenomi. La maggior parte delle cisti funzionali e dei tumori benigni è asintomatica, ma in alcuni casi possono causare dolore pelvico sordo intermittente o acuto o, raramente, una dispareunia profonda. Tra le altre cause di cisti ovariche ritroviamo la sindrome dell’ovaio policistico PCOS, in cui ecograficamente si reperta un ovaio contenente cisti di piccole dimensioni, o l’endomteriosi, patologia che può portare allo sviluppo di una tipologia di cisti ovarica definita endometrioma che è contraddistinta da caratteristiche ecografiche peculiari: lesione cistica avascolare a pareti spesse contenente materiale a bassa ecogenicità ad aspetto a ground glass. L’ecografia transvaginale rappresenta il gold standard diagnostico di prima linea. Ecograficamente, facendo riferimento alla classificazione IOTA (International Ovarian Tumor Analysis, studio prospettico multicentrico internazionale che ha valutato l’uso di una serie di caratteristiche ecografiche), si cerca di discriminare tra lesione benigna e maligna nelle donne con tumori annessiali che potrebbero necessitare di intervento chirurgico. La classificazione si basa sulla ricerca di determinate caratteristiche come il contenuto della lesione (anecogeno, ground glass, emorragico, misto), la presenza o meno di papille o parti solide, i margini della lesione, la presenza o meno di setti, la vascolarizzazione (descritta come unità color score), la classificazione morfologica (uniloculare, multiloculare, solida) e i reperti descrittivi aggiuntivi quali il cono d’ombra. A volte si rende necessaria l’esecuzione di un esame diagnostico di II livello quale la risonanza magnetica per meglio studiare i rapporti e le caratteristiche della lesione. Le cisti ovariche possono causare complicanze quali la rottura, la torsione o l’emorragia. La torsione ovarica è definita come la rotazione parziale o completa del peduncolo vascolare ovarico che causa l’ostruzione del deflusso venoso e successivamente dell’afflusso arterioso, causando una sintomatologia importante di addome acuto. La torsione ovarica rappresenta un’urgenza chirurgica ginecologica in quanto, se non trattata, in breve può condurre alla necrosi dell’ovaio coinvolto. La rottura della cisti ovarica e l’emorragia sono essenzialmente eventi che avvengono anche fisiologicamente durante il ciclo ovarico, che coinvolgono il follicolo o il corpo luteo. La teca interna e il corpo luteo sono particolarmente soggetti a emorragia a causa della loro aumentata vascolarizzazione. Per quanto riguarda il trattamento delle cisti ovariche, queste non richiedono sempre un trattamento. Nelle donne in età fertile, le cisti ovariche spesso si risolvono spontaneamente entro uno o due mesi senza trattamento. Nelle donne in menopausa invece, hanno meno probabilità di risolversi. Quindi in età fertile si opta per la vigile attesa con monitoraggio dei sintomi (dolore o pressione pelvica) e la ripetizione dell’ecografia pelvica dopo circa quattro/sei settimane. Dopo la menopausa invece, escluso che si possa trattare di una lesione cancerosa, si monitora nel tempo l’aspetto ecografico e i livelli del CA125, che qualora aumentassero o qualora la cisti cambiasse dimensioni o aspetto morfologico, il trattamento di scelta diventa chirurgico, La chirurgia può prevedere la semplice enucleazione o l’ovariectomia a seconda del sospetto, dell’età della paziente e delle caratteristiche, quali le dimensioni della lesione. Tenendo in considerazione questo ventaglio di possibilità e dei diversi iter che si aprono di fronte ad una repertazione di cisti ovarica, se ne deduce l’importanza della corretta diagnosi per poi pianificare l’adeguato follow-up. Va inoltre sottolineato che, poiché la diagnosi di cisti ovarica avviene a qualsiasi età, uno scenario importante è rappresentato dalle donne in età fertile alla ricerca di una gravidanza. Ad esempio, di fronte ad una diagnosi di endometrioma, l’escissione migliora i tassi di gravidanza spontanea negli individui subfertili, ma non ha alcun impatto quando vengono impiegate tecnologie riproduttive avanzate come la fecondazione in vitro. La resezione dell’endometrioma non ha dimostrato di migliorare i risultati della fecondazione in vitro/iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi e pertanto non è consigliata per questa indicazione. L’indicazione rimane solamente in caso di sintomatologia, per escludere malignità o se le dimensioni e/o la posizione dell’endometrioma precludono l’aspirazione dei follicoli.
REFERENZE
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