Perché trattare il fibroma uterino con la termoablazione o miolisi
Reading Time: 3 minutesIntroduzione
I fibromi uterini rappresentano la neoplasia benigna più frequente dell’apparato genitale femminile, con una prevalenza stimata fino al 70% delle donne in età fertile. Sebbene una parte significativa rimanga asintomatica, in circa il 30–40% dei casi possono causare sintomi clinicamente rilevanti quali menorragia, anemia sideropenica, dolore pelvico cronico, sintomi da compressione vescicale o rettale, infertilità e complicanze ostetriche. Tradizionalmente, la miomectomia e l’isterectomia hanno costituito il trattamento di scelta, ma entrambe sono gravate da rischi chirurgici, tempi di recupero prolungati e perdita, totale o parziale, della capacità riproduttiva. Negli ultimi anni, le tecniche mini-invasive di termoablazione e miolisi hanno guadagnato popolarità grazie alla loro efficacia clinica e al favorevole profilo di sicurezza, configurandosi come un’alternativa innovativa alle procedure chirurgiche maggiori.
Principi e vantaggi della termoablazione
La termoablazione sfrutta l’energia termica generata da radiofrequenze, microonde o ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) per indurre necrosi coagulativa selettiva all’interno del fibroma, determinandone progressiva riduzione volumetrica. A differenza della chirurgia tradizionale, non richiede incisioni addominali estese e può essere eseguita in anestesia locale o leggera sedazione. Il ricovero è generalmente in day-surgery, con ritorno alle normali attività quotidiane in 2–3 giorni. Ciò rappresenta un notevole vantaggio in termini di qualità della vita, riduzione del dolore post-operatorio e contenimento dei costi sanitari (Jonsdottir et al 2025).
Preservazione dell’integrità uterina e della fertilità
Uno degli obiettivi centrali nella gestione dei fibromi è la preservazione dell’integrità del corpo uterino. A differenza dell’isterectomia, che elimina definitivamente la possibilità di gravidanza, e della miomectomia, che può indebolire la parete uterina aumentando il rischio di rottura in gravidanza, la termoablazione lascia la struttura miometriale sostanzialmente intatta. Sono sempre più numerosi i dati che documentano concepimenti spontanei e gravidanze a termine dopo ablazione termica dei fibromi, con tassi di successo comparabili a quelli delle pazienti trattate chirurgicamente ma con un minor impatto sullo spessore e sull’architettura miometriale.
Efficacia clinica e sintomatica
La riduzione volumetrica progressiva del fibroma si accompagna a un miglioramento significativo dei sintomi correlati. Studi prospettici hanno documentato una riduzione media del 50–70% del volume a distanza di 6–12 mesi, con beneficio clinico già evidente nelle prime settimane, in particolare per quanto riguarda la diminuzione delle perdite mestruali e la risoluzione dell’anemia. Il miglioramento della qualità della vita è stato confermato da validati patient-reported outcome.
Impatto sulla gestione clinica e osservazioni emergenti
Un aspetto innovativo osservato nella pratica clinica è la possibilità di una riduzione volumetrica immediata del fibroma già al termine della procedura, quantificabile intorno al 10–20%. Inoltre, nei fibromi submucosi inizialmente classificati come G2, si è assistito in alcuni casi a una “migrazione” verso gradi meno invasivi (G1–G0). Questa trasformazione morfologica apre la strada a un successivo completamento del trattamento mediante resezione isteroscopica, facilitata e meno rischiosa. Ciò suggerisce che la termoablazione non solo riduce i sintomi e preserva la fertilità, ma può anche integrarsi in un approccio multimodale personalizzato.
Conclusioni
La termoablazione e la miolisi rappresentano opzioni terapeutiche sicure ed efficaci nella gestione dei fibromi uterini, con numerosi vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale: rapidità di recupero, assenza di cicatrici addominali estese, riduzione del dolore postoperatorio, preservazione dell’utero e potenziale riproduttivo. Le osservazioni cliniche più recenti suggeriscono ulteriori benefici, come la riduzione volumetrica immediata e la possibilità di integrazione con tecniche isteroscopiche. Rimane fondamentale condurre studi prospettici a lungo termine per valutare l’impatto definitivo della termoablazione sugli esiti riproduttivi e ostetrici.
REFERENZE
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